In the morning

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    Damian James Hayes

    senzatitolo4copiai

    Aiutante Sponsor, Inglese



    Oramai era così. Vivemao nel Castello di Loki da quando i nostri padri avevano deciso di seguirlo, ma mai stanzialmente. Non credevo che alla fine sarebbe diventata la nostra abitazione quotidiana, sebbene lo temessi, ma non ero riuscito a stupirmi quando mio padre ci dette la notizia.
    Lavoravano così vicino a Loki che diventava faticoso fare tutti i giorni andata e ritorno dalla nostra Villa al Castello di Loki, che si ergeva in cima ad una montagna edificata proprio dal "Re" in persona.
    Loki aveva deciso di mostrare a chiunque fosse nel raggio di 1000 miglia che era lui che comandava, e anche dal mondo se si fossero affacciati avrebbero intravisto quella punta. Non perchè fosse alta, ma perchè era nel cuore di tutti noi.
    Così ci eravamo trasferiti là. Noi e la famiglia dei Davies, assieme ad altre nobili famiglie che avevano a che fare col Dio Norreo.
    Rimanevo chiuso nella mia stanza la maggior parte del tempo; una stanza ancora più grande di quella che avevo a casa. D'oro, completamente, e i primi giorni mi era risultato difficile abituarmici, a causa di tutto quel giallo sgargiante da ferirmi gli occhi.
    Troppo pomposo, troppo esagerato. Ricordava molto il Barocco del 1600, solo che al posto di tutti quei ghrigori e fiori orribili, vi erano statue di Loki e gemme preziose.
    Me ne uscivo solamente per le cerimonie, le cene, i pranzi, presenze dovute. Altrimenti preferivo evitare chiunque. Persino Valerie, con la quale sembravo aver cominciato a...legare? Non so se era il termine adatto, anzi, speravo di no, ma in quel periodo non riuscivo proprio ad avere a che fare con nessuno, ancor peggio di prima.
    Quel giorno, però, ci avevano chiamati tutti nel salotto interno, quello privato, laddove spesso sedevano i nostri padri assieme a Loki, a discutere di chissà quale cosa.
    Mio padre non faceva proprio parte dei consiglieri, ma aveva un ruolo fondamentale nei Giochi, e dato che erano il pugno di terrore, era quasi sempre convocato dal "Re".
    Così mi ero diretto là arrivando prima degli altri e lasciandomi cadere su uno dei divanetti rossi e oro, poggiando la testa sulla mano, piegata a pugno.
    Immaginavo riguardasse il matrimonio, d'altronde per quale altro motivo avrebbero dovuto convocarci?
    Sospirai, chiudendo gli occhi e sperando che gli altri arrivassero il più tardi possibile.


    Non c'è niente che tu possa fare per piacermi, mettitelo in testa
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  2. Alexi§
     
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    Aaron Davies

    Studente, USA



    Questa convivenza forzata, diciamocelo, era ridicola. Vedere Hayesfiga, tutte le mattine prima di andare a scuola, e prima di uscire, e a cena, a pranzo.. era davvero troppo per me. Io detestavo gli Hayes, e infondo credo che anche mio padre, la pensasse cosi.. ma con l avvento di Loki.. tieniti stretto gli amici e ancor più i nemici..
    La questione era semplice, non potevamo innemicarci gli Hayes, e la cosa era reciproca. Dovevamo stare attenti gia ai doppigiochi di Loki, un dio volubile.
    Portavo ancora la divisa della scuola quando venimmo convocati nel salotto privato, quello delle conferenze fra adulti.
    Mio padre ci teneva diventassi Sponsor, o peggio ancora Stratega, a me gli Hunger Fights facevano davvero schifo.
    Specialmente quando pescavano ragazzini davvero piccoli, che per forza maggiore erano i primi a morire, e facevano delle morti orrende il più delle volte.
    Sbuffai quando mi resi conto di ritrovarmi da solo con Damian, l uomo più "loquace" della terra.
    'sera.. mi limito a dire, e con le mani dentro le tasche, a passo strascicato, mi lascio cadere pesantemente su una poltrona di pelle lucida.

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  3. Moonlight~
     
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    Valerie Davies

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    Studentessa,USA




    Non solo non condividevo quelle stronzate da sponsor controsponsor e non condividevo quella mentalità da "oddio sono una divinità di seimilatrecentoventordici anni leccatemi il culo!!" e odiavo aver lasciato casa mia,la mia camera per trasferirci in blocco in casa di quello psicopatico a cui dovevamo fare inchini e salamelecchi vari,non solo odiavo vivere come una reclusa e quasi invidiavo quelli che crepavano dalla fame lì fuori,non solo,ma dovevo pure essere coinvolta in attività delle quali non sapevo nulla. Semplicemente mi mandavano a chiamare e io dovevo presentarmi,fiondarmi lì e chinare il capo e ascoltare,sorridere e annuire,il mio ruolo era essenzialmente quello. Interessante,coinvolgeva estremamente le mie capacità intellettive alla fin fine. Eravamo tornati al medioevo o a qualche secolo prima.
    Tutto ciò mi stava succhiando via lentamente la vita. Mi annoiavo,mi sentivo consumata alla ragguardevole età di...Sedici anni. Andavo bene,insomma. Sulla retta via...per il manicomio.
    Mi passai le mani tra i capelli,sbuffando,per poi lanciare un libro contro la parete,che durante il volo colpì un vaso facendolo precipitare. Un istante dopo un rumore assordante e centinaia di cocci sul pavimento. E allora sorrisi,perchè avrei voluto distruggere tutto in quella casa. Darle fuoco,se potevo!
    Mi alzai dal letto,dandomi un occhiata di sfida allo specchio per aprire la cassettiera,cercando qualche stupido vestito che si addicesse all'occasione. Mi bloccai a mezz'ora con una maglia nera tra le mani,sorridendo sorniona per poi lasciarla ricadere dentro il cassetto e tornare a guardarmi allo specchio.
    Mi infilai la giacca e uscì così com'ero,pigiama pantofole e capelli scombinate,camminando sfrontatamente per i lunghi corridoi e sorridendo a coloro che incontravo con aria angelica,fino ad arrivare dov'ero attesa,per poi spalancare la porta e saltellare dentro con aria allegra e raggiante.
    Buongiorno cinguettai,sbattendo le ciglia e andandomi ad accoccolare comodamente su una poltrona.


    Citazione
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    Edited by Moonlight~ - 15/11/2012, 23:13
     
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2 replies since 8/11/2012, 18:34   65 views
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